Opere
Trento
πόρνηpòrne
graphèγραφή
2023
Pòrne Graphè vuole essere la sintesi di una contemporaneità dove intimo e pubblico, perversione e morigeratezza non hanno più confini. Realtà e irreale non sono distinguibili e ci si ritrova a vacillare cercando un equilibrio morale in cui sentirsi a proprio agio.
Il significato di pornografia ha etimologia greca: πόρνη, porne, "prostituta" e γραφή, graphè, "disegno" e "scritto" e quindi letteralmente "scrivere riguardo" o "disegnare" prostitute.
La pornografia non può e non dovrebbe essere reale, come spiega un personaggio di Alan Moore e di Melinda Gebbie in Lost Girls - Ragazze perdute, “...le pornografie sono i boschi incantati dove il nostro io più segreto e vulnerabile può giocare in tutta tranquillità. Sono lussuosi palazzi che tutte le polizie e gli eserciti del mondo esterno non potranno mai saccheggiare o ridurre in macerie. Sono i nostri giardini segreti, dove sedicenti sentieri di parole e immagini ci conducono alla porta accecante del nostro piacere... oltre cui le cose possono essere espresse, in una lingua che supera ogni letteratura e ogni parola...”
L’Artista decide di utilizzare fotografie esplicitamente erotiche, modificandole in maniera violenta e fastidiosa (per elicitare lo stesso fastidio che si potrebbe provare in quanto vittime di cyber flashing), come nell’opera precedente Fallo*.
L’intento è quello di sdegnare e provocare chi osserva, riportandolo a considerare le proprie posizioni su concetti strettamente legati all’aspetto erotico della vita d’ogni giorno e d’ognuno.
L’opera urbana per le città, viene diffusa dall’artista in sembianze di drago, impersonificando il Drago Junghiano del Caos.
Finchè il Pòrne rimane Graphè non dobbiamo scandalizzarci. Quindi ti scandalizza Pòrne Graphè?
Lecce
CADINE FORT VILLAGE
2022
Audio/Performance realizzata per l'esposizione artistica collettiva di Alchemica al forte di Cadine (TN) nel 2022.
"Vivi la tua vacanza dell’opulenza e dello sfarzo nella cornice esclusiva del Trentino! Hotel di Lusso & Spa. Accademie Sportive. Chef Stellati. World's Leading Resort e tanto altro!"
Immaginando un futuro non troppo lontano e condizionato indelebilmente dalla nostra impronta ecologica l'artista ci invita in un Hotel di lusso, opulento e sfarzoso.
Facendo riferimento ai villaggi turistici della riviera romagnola degli anni ‘90, una cartolina digitale e un programma immaginario illustrano quello che il Fort Village Resort potrebbe proporre in una giornata tipo.
L’opera tenta di raccontare in sintesi, e con un particolare gusto estetico, quella stupidità umana che di fronte al ritorno del mare tra le Alpi altro non potrebbe che proporre visioni alternative di utilizzo non troppo “ortodosse” di uno spazio simile. Di nuovo molto lontani da una presa di coscienza reale del cambiamento climatico ed ambientale a cui inevitabilmente andiamo incontro.
Video/Audio completo QUI.
Più informazioni sull'esposizione collettiva cui l'opera è inclusa, visitando il sito web di Alchemica
AESTHETICA
2021
AESTHETICA é una performance artistica on-line di Virginia Sartori, agita con l’obiettivo di interpretare e mostrare gli effetti destabilizzanti delle situazioni di cambiamento mondiale sulla quotidianità del singolo.
Il titolo “Aesthetica”, oltre al riferimento esplicito all’aspetto esteriore, in cui il trucco funge da “filtro di bellezza” sulla pelle nuda, ricalca l’etimologia originaria e più arcaica del termine, e cioè la modalità di conoscenza della realtà attraverso i sensi: la più diretta, mostrando la deprivazione di compresenza e contatto come invasione e attacco del corpo.
L’immagine, ormai consueta, della personalità on-line che realizza video-tutorial in cui spiega come truccarsi, viene rovesciata in un atto di disvelazione della realtà interiore di un momento intimo vissuto sotto il peso di eventi di cui non abbiamo il controllo.
Il gesto “disturbato” di Aesthetica è una rappresentazione plastica del disagio quotidiano, palesa e dà forma al fastidio che ci suscitano le vecchie ritualità, divenute disfunzionali nei nuovi ritmi imposti dal tempo della pandemia e ci pone davanti alla necessità di trovare nuove soluzioni.
Soundscape 20’
di Matteo Kettmaier
Diretta Web | 15 min. max
Qui la performance completa:
realizzata per Dolomiti Hub
Profondo
Liquido
2020
La performance artistica vuole suscitare quel piacere perverso di continuare ad osservare qualcosa di disgustoso. La stessa sensazione provata dall’artista nello scoprire, forse con occhi di bambina, tutto l’orribile sub-mondo dei mercati, nella fattispecie quello del cibo e quello erotico. Si fondono così immagini forti ed estrapolate dagli scenari stereotipatati di oscuri segreti di mercato. Quegli stessi segreti di cui non si sente spesso parlare. “Lo spreco alimentare, lo sfruttamento delle risorse e degli animali, l’abuso e il sopruso di bestie vive ma anche di esseri umani, il dimenticarci poco a poco della nostra stessa umanità”. Una performance artistica d’impatto che vuole far riflettere sulle proprie azioni, o almeno quelle che possiamo controllare.
FALLO*
2021
Blitz artistico per San Valentino. Sui MuriLiberi del comune di Trento, con un atto di Guerrilla Art, l'opera mette in discussione in maniera semplice, efficace e irriverente la stucchevole festa comandata degli innamorati con l'opera Fallo*, una serie di frasi brevi, insinuanti e incisive contro il silenzio che occupa spazi nelle coppie e, tra paure e bugie. talvolta le corrode. Estenuate da quarantene, compresenza obbligata o separazioni geografiche, le coppie rischiano di tacere e di tacersi in rituali quotidiani, digitali e non. Come i visitatori dell’oracolo di Delfi erano invitati a conoscere se stessi, l’opera ci invita a conoscersi in due esponendo le sue frasi che a volte sono l'equivalente per l'anima di un cerotto strappato bruscamente. Per una festa sempre più consumistica, Fallo* ci suggerisce di non dirlo con un fiore o con un diamante ma dirlo proprio con le parole. Una medicina, un gioco, un test di capacità emotiva, l'opera è arte che interroga le pratiche e gli stili del quotidiano.
PELLE
2019
Durante Matera Capitale della cultura, assieme ad altre due artiste: Valentina Campregher e Annamaria Muscaridola e attraverso l’occhio sapiente della videocamera di Sara Cao, "Pelle" performance artistica con Virginia Sartori, incarna le grandi mutazioni e cambiamenti che gli esseri umani si ritrovano a dover affrontare nel percorso della propria vita. I visitatori possono assistere alla metamorfosi fisica - mentale delle performers, che a partire da materiali umili e quotidiani si ri-costruiscono una nuova pelle per rinascere nel mondo in un ciclo di tre pose e tre elementi. La dignità e la verità del corpo come totalità, viene riscoperta attraverso un rituale di passaggio che lo libera dalle costrizioni mentali, dalle maschere, in un’evoluzione individuale e al tempo stesso collettiva che veste e sveste le artiste di abiti costruiti per mezzo delle proprie tecniche artistiche d’appartenenza. Il gesto del corpo diventa specchio di altri corpi e di altre persone e ne fossilizza l’essenza in sarcofagi (o pelli) che incarnano più in generale il concetto di cambiamento, di trasformazione ma soprattutto di crescita empatica.
Tabula Rasa
2019
Performance artistica co-autoriale e di interazione con il pubblico. Il piatto, oggetto ricorrente, connota lo spazio performativo con atmosfere legate alla dimensione familiare. Questa intimità è ricercata nel colloquio tra Chiara Zamboni e i visitatori, chiamati a “svuotare il sacco”, a liberarsi di ciò che vogliono lasciarsi alle spalle. È grazie all’apporto del pubblico che si arriva ad una dimensione universale, in cui tutti si possono riconoscere. Questo lascito costituirà un bagaglio emotivo di cui si farà carico Virginia Sartori, durante la seconda fase della performance artistica. In un gioco empatico, la performer cerca l’emancipazione da un passato condiviso tramite il gesto liberatorio di rottura del piatto. In un rituale irruente termina così l’atto.
Shinigami
2019
Gli shinigami sono dei, spiriti di collegamento tra mondo dei vivi e dei morti. La camminata è una camminata ostinata e cieca che procede senza prendersi il tempo di conoscere. Un procedere lento, inconsapevole e guidato solo dal tatto e dall'istinto non sicuramente dalla regione. Un momento di silenzio e legato al mondo spirituale. La performance artistica preparata per San Martino dentro nel 2019 è seguita da un gruppo cospicuo di bambini, che seguono le gestualità della performance in un gioco di equilibrio. L'unica connessione con la realtà per la performer, è il contatto tra i piedi nudi e la corda che ne traccia la via da percorrere. Una realtà fragile e sottile. Ampia la possibilità di errore e celata la destinazione. Si intreccia alla leggenda del pifferaio magico che è tema portante dell’evento.
alLONE*
2019
I visitatori di Matera capitale della cultura 2019 ridisegnano il proprio vissuto, modificando di conseguenza il tempo presente. Attraverso un questionario da compilare, reinventano la propria identità senza nessuna forma di costrizione: familiare, culturale o sociale. Lasciano la propria impronta digitale installata nella grotta insieme a tutte le altre raccolte, a simboleggiare l’unicità che ci contraddistingue e l’unione inevitabile e necessaria tra esseri umani. alLone* è un’installazione artistica partecipata, nella quale “il concetto di identità viene meno per essere sostituito da quello di multividuo, ossia una moltiplicazione di “ii” che fluttuano in un continuum spazio-temporale” (Massimo Canevacci). Ognuno lascia una traccia concreta di sè e del proprio passaggio, l’impronta digitale, oggetto univoco e irripetibile della propria identità. Ne nasce una raccolta di identità metafisiche che le persone mettono in gioco in modo da reinventarsi, depositando nuovi sé, sovrapponendo e accavallando la propria identità riconcepita con quella degli altri, per creare così una costellazione antropologica di esistenze in convergenza.
La Papessa
2019
E' il canto armonico dei monaci tibetani dell'ordine Gyüto, ad iniziarci alla performance artistica. Il suono si infrange e rifrange come un'onda contro le pareti del forte, dentro le pareti del nostro corpo. Si crea un continuum spaziale che varca i confini della propriocezione corporea, fondendo tra loro gli spettatori ed essi con la performer. L'esibizione riflette l'intento di trascendere la categorizzazione dicotomica della realtà, per raggiungere uno stato di presenza partecipata e di fortissima empatia nei confronti dell'altro. Quindi, se la Papessa ci pone di fronte al rapporto con un mondo altamente tecnologizzato, essa ci allerta nel renderci autori di una gestualità inconsapevole riguardo al prestarci ad una partecipazione disincarnata, virtuale, simulacrale, alla collettività; ma anche ci incoraggia, facendoci aprire gli occhi, a diventare autori di un'umanità solidale ed empaticamente connessa.
Pollutio
2018
I protagonisti della performance artistica sono la carne ed il sangue di un’economia occidentale pronta a sacrificare l’equilibrio precario del nostro ecosistema e una giovane donna. Il corpo dell’artista diviene corpo intrappolato, si immedesima e si trasforma in un corpo attanagliato dal catrame o dal petrolio, dal quotidiano, dall’impalpabile, sottoposto a stress, caldo, freddo, movimento e impossibilità. Una stanza asfissiante che opprime, che si può osservare al sicuro, al di là del vetro, al di là dello schermo, al di là di ciò che ci è vicino. L’artista propone questa volta una storia intima, lenta e al passo con i tempi delle dinamiche umane indagati attraverso i suoi filtri e i suoi limiti. Tre momenti e tre punti di vista:
La rappresentazione di ciò che le persone esprimono di sé all’altro. Il punto di vista dello spettatore è di chi, impassibile, non può far altro che osservare l’altro nella sua mutazione, senza davvero vedere che cosa accade all’altro.
La realizzazione di sé. Il punto di vista dello spettatore questa volta riesce ad indagare cosa è rimasto e cosa è successo. Il ricordo preciso del cambiamento, la stanza che ha abitato, i panni che ha vestito.
Il racconto frame per frame dell’accaduto, del processo di mutamento che ha visto l’artista protagonista.
Rouge
2018
Performance artistica d'impatto, che racconta la difficoltà di indossare ogni giorno, ripetutamente le maschere che ci creiamo. Un omaggio all'amica e artista Annamaria Muscaridola che conosce fin dai primi anni di Accademia di Belle Arti. Il suono del respiro sempre più affannato, lo scotch che irrompe nella sala in un gesto sicuro e repentino che però porta verso una fine quasi disperata. Quelle stesse maschere che indossiamo per apparire migliori possono diventare quasi un ostacolo, come la plastica che avvolge il volto dell'artista. La performer si mostra di spalle, lasciando al pubblico un atto di voyerismo che può spiare tutta l'azione attraverso il riflesso nello specchio.